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SILVIO, SILVIO… TI SEI DIMENTICATO DI NOI

Silvio, Silvio… ti sei dimenticato di noi

21 aprile 2020

Ripartire nei momenti critici è tipico di chi pedala. Dopo una caduta, una lunga interruzione, una volata persa per un niente, una fuga finita male, un sogno infranto o anche dopo una vittoria trionfale – talvolta insidiosa almeno quanto un momento critico – devi sempre ripartire. È matematico, se hai paura dei momenti critici non fai il ciclista. Puoi fare un sacco di cose ma la bicicletta no, non fa per te. E noi adesso ripartiamo. In che modo lo capiremo fra qualche giorno, man mano che ci avvicineremo alla data fatidica del 3 maggio, ma di sicuro ripartiremo (abbiamo giù un piano “b”, un piano “c” e tanti piani quante sono le lettere dell’alfabeto).

Il nostro momento critico, in questo lungo periodo di isolamento, non è stato l’impossibilità di pedalare, bensì l’impossibilità di gioire. Saremmo infantili se ci lamentassimo dicendo che ci è mancata la pista, che abbiamo dovuto rivedere i programmi e tutto il resto, mentre la situazione intorno era drammatica. Non ci è mancata la pista, ci è mancata la gioia, perché pedalare è gioia, anche quando sei sfinito e sembra che ti scoppi il cuore eppure continui a pedalare perché quella è la tua vita. Anche insegnare ai ragazzi è gioia, vederli crescere ad ogni giro di pista e leggere i sogni nei loro occhi. Come avremmo potuto gioire, con tutto ciò che è accaduto? A breve si riparte perché è giusto e doveroso. Poi, poco per volta, si ricomincerà a gioire.

Oggi, intanto, ripartiamo da una serata, la prima serata, quella dalla quale tutto ebbe inizio. È la serata che vedete nell’immagine: 16 settembre 1996, il primo podio del Velodromo Francone appena inaugurato. Sul gradino più alto Silvio Martinello, poi Marco Villa e Fulvio Frigo. Che serata, che spettacolo, che emozione!

A proposito, permetteteci di aprire una parentesi per una… comunicazione di servizio: Tu quoque, Silvio! Chiusa la parentesi. Lui, Martinello, capirà.

Per chi non lo sapesse, ieri Silvio Martinello ha rilasciato a Cyclinside un’intervista molto interessante sui nuovi possibili sviluppi dell’attività su pista e, nell’elencare le poche piste titolate e ben funzionanti in Italia, si è dimenticato del nostro Velodromo Francone. Abbiamo letto e riletto più volte, perché talvolta capita che le parole sfuggano, ma niente: nell’elenco noi non c’eravamo. Non è grave, noi a Silvio vogliamo un bene dell’anima e oggi, subito dopo aver staccato dalla galleria d’ingresso del Velodromo la gigantografia del suo primo podio, abbiamo ripensato a quella sera del 16 settembre 1996.

Scherzi a parte (la gigantografia resterà lì per sempre!), ci abbiamo pensato davvero, a quella magica serata, a quei magici anni e a tutti gli anni che sono seguiti, con serate sempre più belle ed emozionanti e con una marea di ragazze e ragazzi che in 24 anni sono passati dal nostro Centro Pista, ovviamente unico in Piemonte. Alcuni sono diventati dei campioni e si chiamano Filippo Ganna, Elisa Balsamo, Mattia Viel, Fabio Felline. Ma tutti sono diventati grandi, nello sport come nella vita.

È affascinante lo scenario che si prospetta a noi uomini di sport e soprattutto formatori di giovani atleti. È uno scenario nuovo, che nasce dal dramma di un’epidemia che sta cambiando radicalmente le nostre vite. Eppure è proprio dagli sconvolgimenti che spesso nascono nuovi grandi inizi. Per questo per noi ieri è stato bello leggere le parole di un grande come Silvio Martinello sul futuro della pista e sulle opportunità che può offrirci come traino di una ripresa dell’agonismo giovanile a livello nazionale, sulla necessità di riflettere, di ristrutturarsi, di ripartire per un nuovo grande futuro. Ecco perché bisogna ripartire, sempre. E se le cose cambiano, noi cambieremo con loro o meglio prima di loro. Lo dobbiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi del Centro Pista, che hanno diritto ad un grande futuro e soprattutto a quella gioia di pedalare che quando ti entra dentro non ti lascia più per tutta la vita.