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Campionati Paralimpici, il “cuore” della Sei Giorni

Fra i campioni tricolori, il canavesano Fabrizio Topatigh

25 Luglio 2018

 

«La Sei Giorni di Torino ha espresso l’eccellenza del ciclismo internazionale, ma soprattutto dei grandi valori, come quelli che ci hanno trasmesso i Campionati Italiani Paralimpici. Vedere queste atlete e questi atleti, con le loro disabilità, cimentarsi con questa energia, con questa forza e con questo carattere ci dà una motivazione incredibile. Sono proprio queste le motivazioni di cui noi abbiamo bisogno per andare avanti e per crescere».

È il commento del presidente del Velodromo Francone, Giacomino Martinetto, al termine della Sei Giorni di Torino disputatasi sulla pista di San Francesco al Campo dal 18 al 23 luglio. Un grande, meraviglioso contenitore che ha ospitato, oltre alle gare della Sei Giorni in sé, anche le gare valide per le classifiche internazionali, il Gran Premio Regione Piemonte per le categorie giovanili e, nel cuore della manifestazione, sabato 21 luglio, i Campionati Italiani Paralimpici su pista. È stato un grande onore, per il Velodromo Francone, poter ospitare questa importante manifestazione, che la Federazione Ciclistica Italiana – Settore Ciclismo Paralimpico ha assegnato alla struttura sanfranceschese per il secondo anno consecutivo. Più di venti atleti provenienti da tutta Italia hanno dato vita a una serie di gare entusiasmanti, superando con coraggio e grande professionalità ogni forma di disabilità e facendo di questo evento una grande festa dello sport.

Abbiamo già diffuso i risultati al termine della giornata di gare, ma li riassumiamo qui. Perché non è vero che i risultati non contano: sulla pista del Francone, sabato scorso, si sono confrontate le eccellenze del ciclismo paralimpico italiano, atleti che si allenano quotidianamente per raggiungere traguardi importanti. Nei tandem, doppietta tricolore per Piergiacomo Marcolina (guida di prim’ordine nonché partecipante alle gare della Sei Giorni di Torino) e Stefano Meroni (T Red Factory Racing) in campo maschile, e di Patrizia Spadaccini (altra guida straordinaria, campionessa italiana negli anni ’80 e vincitrice di due medaglie d’oro alle Paralimpiadi di Atlanta del 1996) e Ilaria Meloni (Sc Monteponi) in quello femminile. Bis di titoli anche per Marco Pisano (Asd Beppe Molè) fra gli MC5, di Paolo Ferrali (Team Equa) fra gli MC3, di Antonella Rutigliano (Vc Sommese) fra le WC4 e del “nostro” Fabrizio Topatigh (Alove Team Asd) tra gli MC2. “Nostro” perché canavesano, ma soprattutto perché assiduo frequentatore del Velodromo Francone, oltre che responsabile e attivo nell’ambito del Comitato paralimpico piemontese.

«Per me è un onore avere conquistato la maglia tricolore proprio qui in Piemonte – ha commentato l’atleta di Bollengo, Fabrizio Topatigh – Lo sport è un valore importante per combattere la disabilità. In seguito a incidenti o gravi infortuni è comprensibile lasciarsi andare. E lo sport ti dà la possibilità di riprendere in mano la tua vita, nonostante le menomazioni, i problemi e i disagi. Noi oggi testimoniamo che al Velodromo Francone possiamo pedalare: io pedalo con una gamba sola, dunque tutto è possibile».

«È stata una bellissima giornata di sport, abbiamo avuto un buon numero di atleti presenti – ha commentato Lucia Trevisan, membro del Settore Paralimpico della Commissione Nazionale Paralimpica e della Federazione Ciclisitica Italiana – Il Velodromo Francone anche quest’anno ha voluto ospitare i Campionati Italiani Paralimpici. Una grande riconferma del successo dello scorso anno, con numeri addirittura triplicati. La commistione sulla pista di atleti normodotati e di atleti paralimpici nel cuore della Sei Giorni di Torino è la dimostrazione che lo sport è davvero per tutti. È una grandissima soddisfazione, il Velodromo Francone lavora sempre molto bene e il Piemonte l’anno scorso era stata la regione ospitante anche dei Campionati Italiani Paralimpici su strada. Quindi se quest’anno siamo tornati qui è stata una bella riconferma, perché vuol dire che il territorio riesce a dare davvero tanto e i nostri ragazzi presenti apprezzano le peculiarità di questa regione».